venerdì 4 luglio 2008

Nicola Bettale e Lino Strangis: "Kinetic Skylines"




A cura di Elena Agosti

Inaugurazione Sabato 12 Luglio 2008 ore 19:00

Due interessanti ed attivi artisti italiani under 35 sono colpiti a tal punto dal medesimo evento (un copioso volare di storni) da dedicargli l’uno (Nicola Bettale) una serie di fotografie, l’altro (Lino Strangis) una installazione audiovisiva ambientale, realizzate entrambe nello stesso periodo (inverno 2008), nello stesso luogo (il laghetto dell’Eur a Roma), ma in diversi momenti e con diversi strumenti. Da ciò nasce l’idea di realizzare questa mostra a due che fonde i vari lavori in un unico corpo differenziato, come a formare una super-opera ibrida e globale. Colpisce e si intuisce facilmente che ha colpito molto anche loro, l’eccezionale convergenza di vedute in quelle che sono le motivazioni teoriche delle loro opere, le loro metafore. Ecco come si esprime l’artista/filosofo Lino Strangis per introdurci a questa visione che è condivisa dal fotografo Bettale: “Il più grande errore della cultura occidentale è stato infatti a mio avviso quello di ritenere la razionalità (tipica dell’uomo) superiore al cosiddetto istinto naturale, svalutando ciecamente la sconvolgente funzionalità dei processi vitali di Gaia e del comportamento di tutti i suoi abitanti, agenti di un’intelligenza inter-soggettiva che supera di gran lunga le capacità umane […] Ad un certo punto della storia ci siamo convinti che il nostro punto di vista fosse privilegiato, non rendendoci conto o mancandoci il coraggio di una visione più ampia, di quanto sia invece limitata la nostra percezione del mondo e dei suoi fenomeni!”. Entrambi i giovani autori valorizzano certamente l’aspetto spettacolare dell’evento ma sviluppando in primo luogo un discorso tecnico-formale e teorico di ampio respiro: Strangis, con Sky-noise… Armonie del Caos si avvale di quello che chiama “il super-occhio digitale” (la telecamera) per ottenere, traducendo così le sue posizioni teoriche in metafora audiovisiva, un punto di visione estremamente ravvicinato che ci proietta in una suggestiva e ipnotica dimensione d’immersione nelle traiettorie di volo, dalla quale l’evento appare sostanzialmente caotico, per poi allargarsi in brevi tratti ad ampie visioni d’insieme, “fugaci lampi di conoscenza -dice- in cui il fenomeno si svela” nella sua impressionante precisione. Bettale invece, (su Prove di Volo) lavora in modo complementare, approfondisce la visione di ciò che nell’opera del collega è fugacemente intravisto, proseguendone il discorso: si concentra nel cristallizzare nei suoi scatti frangenti di questo continuo processarsi di forme, preferendo campi visivi molto ampi dai quali emerga evidente la corpulenta plasticità dell’evento. In entrambi i casi inoltre, a sedurre l’attenzione creativa degli artisti, è l’aspetto cinetico-spaziale, oltre che coreografico, del particolare fenomeno soggetto delle opere esposte: “Sentivo fluire in me un andamento euritmico che mi proiettava tra quelle forme mutevoli che in continuazione ridisegnavano l'orizzonte. Nemmeno la mano del pittore più abile sarebbe stata in grado di performare di continuo simili figure, così complesse e pur soavi”- dice Bettale; “lo sfondo monocromatico di quel cielo mi ha permesso di porre in opera un ambiente estremamente performante, continuamente modellato da una così gigantesca mole di movimento […] E’ stato inoltre davvero interessante accorgermi di come e quanto quel formarsi vertiginoso di migliaia di traiettorie nello spazio si prestasse ad acquisire le caratteristiche di una monumentale e ipnotica danza digitale volante che chissà per quanto tempo aveva atteso una musica realizzata apposta per incontrarsi con essa”- si legge tra gli appunti di Strangis. Per quanto concerne l’aspetto prettamente metaforico Bettale si concentra ancora una volta verso l’elemento movimento cercando e trovando un riscontro nell’odierna società, “dove l' aggregazione e la disgregazione -dice- sono all' ordine del giorno. Il mutamento sociale, inteso come fenomeno di cambiamento continuo, si radica nella società, evidenziandone la globale precarietà”. Strangis invece approfondisce in fine l’aspetto funzionale del fenomeno ripreso cioè l’approvvigionamento di cibo, facendone anche un esempio e un monito: “questi uccelli- tuona il giovane autore- si spartiscono in centinaia di migliaia un piccolo pezzo di cielo compiendo un’azione collettiva, solo apparentemente casuale, che risponde invece ad una sottesa e potentissima armonia nell’ambito della quale ognuno di loro trova possibilità d’accesso al sostentamento… Se solo i governi cercassero di prendere esempio da queste bestie certamente molte delle terribili ingiustizie di questo nostro decadente mondo volgerebbero alla fine!”.

L’evento fa parte della mostra “Schio’ d’arti” nell’ambito della Notte Bianca di Schio.

Da Sab 12 a Dom 20 Luglio - aperto Ven, Sab, Dom ore 17:00 – 19:00
Ufficio stampa: Veronica D’Auria

Palazzo Fogazzaro, Via Fratelli Pasini 44 – Schio (Vicenza) – Tel: 3492304021 – lemomoelectronique@libero.it